passo djatlov

La tragedia del passo Djatlov è avvenuta nel Febbraio del 1959, quando un gruppo di escursionisti partì in esplorazione dei monti Urali.

La spedizione

Il 2 Febbraio 1959 nove escursionisti tutti circa vent’enni e composti da sette uomini e due donne, decisero di partire all’esplorazione dei monti Urali. Si accamparono sul pendio del Cholatčachl’ e nessuno di loro tornò a casa.

Il periodo dell’anno non favoriva certamente una spedizione senza pericoli, ma il gruppo era abbastanza esperto di escursioni e quindi non si posero il problema. Portarono con loro diari e macchine fotografiche, con questi è stato possibile poi tracciare il percorso del gruppo fino al giorno prima dell’incidente.

Il 31 Gennaio i ragazzi raggiunsero i piedi della montagna ed iniziarono a prepararsi per la salita, dai ritrovamenti sembra che progettassero di percorrere il passo e raggiungere l’accampamento, posto sul lato opposto della montagna, entro la notte successiva.

A causa però del peggioramento delle condizioni metereologiche, della neve e della scarsa visibilità, persero l’orientamento e si diressero verso Ovest, precisamente verso la cima del monte Cholatčachl’.

Quando capirono di aver sbagliato strada decisero di fermarsi ed accamparsi proprio su quel monte, uno dei ragazzi si era messo d’accordo col suo campo sportivo ed una volta arrivati a Vizhaj avrebbe dovuto avvisarli con un telegramma, quel telegramma però non arrivò mai.

Dopo una settimana senza notizie, le famiglie dei ragazzi iniziarono a preoccuparsi e si mossero per inviare delle spedizioni alla ricerca del gruppo.

Il ritrovamento

Il 26 Febbraio 1959 la tenda dei ragazzi venne finalmente avvistata, era stata aperta dall’interno e la maggior parte di loro erano fuggiti scalzi, da li una scia di orme discendeva verso il bosco, i ricercatori le seguirono e arrivati sotto un pino trovarono i resti di un falò.

Accanto al falò furono rinvenuti due corpi senza vita, erano Krivoniščenko e Dorošenko, entrambi scalzi. Apparentemente sembrava che avessero cercato di arrampicarsi sull’albero, i rami bassi erano spezzati e ciò spiegherebbe perchè c’erano sangue e pezzetti di pelle sulla base dell’albero, le loro mani erano gravemente ferite.

Tra i pini e l’accampamento vennero poi ritrovati altri tre corpi, erano Djatlov, Kolmogorova e Slobodin, Djatlov sdraiato sulla schiena, venne ritrovato con un ramo di betulla in una mano e con l’altra mano sembrava proteggersi la testa da qualcosa. Slobodin venne ritrovato disteso a faccia in giù e con un buco di circa 2cm nel cranio, ma non sembrava essere una ferita mortale, quindi sicuramente morì per ipotermia. Kolmogorova venne ritrovato vicino alla tenda, i suoi capelli erano totalmente grigi e la sua pelle arancione.

Gli altri tre escursionisti vennero ritrovati il 4 Maggio, sepolti sotto 4 metri di neve all’interno del bosco, da quest’ultimo ritrovamento si cercò di iniziare a far luce sul caso.

Vennero eseguiti degli esami medici sui primi corpi, riscontrarono che non vi erano ferite che potessero causare la morte, quindi il decesso era attribuibile all’ipotermia. I corpi ritrovati a Maggio però gettarono un alone di mistero su tutta la faccenda. Tre di loro avevano subito ferite mortali, una delle ragazze venne ritrovata senza lingua ed i suoi vestiti presentavano un alto livello di radioattività. Il corpo di uno dei ragazzi si presentava senza denti, con capelli grigi. All’esterno i loro corpi non presentavano grandi lesioni, ma internamente la situazione era ben diversa, come se fossero stati investiti da un auto o sottoposti ad una grande pressione.

Tutto ciò fece presupporre che i ragazzi furono costretti a lasciare la tenda mentre dormivano, in fretta e senza coprirsi adeguatamente, questo portò sei membri del gruppo a morire di ipotermia ed altri tre di incidenti mortali.

La tenda era stata strappata dall’interno e le vittime erano morte da sei ad otto ore dopo il loro ultimo pasto, tutti i membri del gruppo avevano lasciato l’accampamento di propria volontà e apparentemente per scappare da qualcuno o qualcosa.

Sui vestiti delle vittime furono trovati altissimi livelli di radioattività e dopo i funerali i familiari delle vittime affermarono che la loro pelle aveva un colorito arancione o marrone, una cosa molto strana.

Nella tenda vennero poi ritrovate una cintura e degli occhiali che non sembrarono appartenere al gruppo e che non si riuscì mai a stabilire a chi realmente appartenessero.

Le ipotesi

La procura ha esaminato ben 75 teorie su ciò che potrebbe essere accaduto al gruppo, ma le più plausibili erano nove: si pensò ad un test missilistico, un ufo, un’esplosione nucleare, un uragano, un terremoto negli Urali settentrionali, una valanga ed anche un brutto litigio con dei sabotatori stranieri paracadutisti appartenenti all’Unione Sovietica.

Nel Febbraio 2019 la procura riaprì un’inchiesta dicendo che quanto avvenuto nella tragedia del passo Djatlov fu semplicemente di una valanga e scartò totalmente qualsiasi altro tipo di tesi, questo spiegherebbe perchè scapparono dalla tenda scalzi e senza coprirsi, ma allora perchè i ragazzi presentavano dei segni caratteristici particolari? I familiari delle vittime si rifiutano ancora oggi di accettare la tesi della valanga. Secondo te quali fatti potrebbero essere realmente accaduti?


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